venerdì 4 maggio 2007

La principessa Io.

Il mar Ionio e la dea Iside: cosa hanno in comune?

Io, figlia di Inaco e di Melia è una delle fanciulle amate da Zeus.
Era, sua consorte, ( per i Romani Giunone) , scoprì che Zeus aveva una nuova amante, così accecata dalla gelosia decise di liberarsi di lei.
Zeus per proteggere Io dall' ira della gelosa consorte, la trasformò in una bianca giovenca, ma Era venuta a conoscenza del fatto, facendosi credere ignara di tale trasformazione, si fece regalare dallo stesso Zeus la candida bestia, affidandola ad Argo, mostro bovaro dai cento occhi.
Allora
Zeus ordinò a Ermes, ( Mercurio per i Romani), di uccidere Argo per liberare la povera Io. Morto Argo, Era non sapeva più cosa fare, raccolse i suoi cento occhi e li mise sulla coda del pavone che amava tanto, e volendosi liberare per sempre di Io per aver corrispoto all' amore di Zeus , le inviò un tafano che pungendola la costrinse a buttarsi in mare, quel mare che noi tutti oggi conosciamo come il mar Ionio.
La povera giovenca, in seguito a tante tribolazioni, giunse a nuoto nella
Scizia e poi in Egitto. Ormai stremata dalle numerose peripezie vissute si stabilisce in Egitto, dove Zeus, mosso dalla pietà per così tanta sofferenza causa sua, le restituì il prorpio aspetto di fanciulla, e la fece dea degli Egiziani, chiamandola Iside.

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