L' audacia di Icaro
Quando passavano i due uomini alati sul mare, Dedalo e Icaro, gli uccelli fugggivano spaventati.
Costeggiavano le isole e i pastori alzavano gli occhi stupiti, credendo a visioni fantastiche.
Icaro udiva le grida di stupore dei contadini, vedeva gli uomini sbalorditi e si sentiva inorgoglire sempre di più, gli pareva quasi di essere un dio, così alto nel cielo, così libero e veloce tra le nuvole.
Doveva essere ancora più bello avvicinarsi al Cielo, attraversare le eccelse vie delle stelle, pensava Icaro.
"Tentare un volo audace vicino al Sole, per guardare da vicino l' immenso astro luminoso!" Pensava Icaro.
Quasi senza accorgersene, trascinato dal suo stesso desiderio, si allontanò, a poco a poco dalla scia tacciatagli dal padre Dedalo, che lo precedeva.
Si portò, in rapida ascesa, verso la regione alta del firmamento, ma il calore ardente del sole rammollì presto la cera profumata che faceva aderire alle sue spalle le ali, sciolse le piume dell' armatura che le teneva insieme e le fece precipitare nelle onde del mare sottostante.
Icaro cercò invano di rimanere sospeso nell' aria battendo affannosamente le braccia. Cadde nel mare e la chiuma lo ricoprì.
Da allora quel mare si chiamò Mar Icaro.
Dedalo accortosi tardi dell' imprudenza del figlio, non potè far nulla per evitare la tragica morte nell' Oceano e dovette proseguire il volo, finchè arrivò a Cuma.
Qui costruì un tempio magnifico dedicato ad Apollo e vi consacrò le sue ali prodigiose.
L' angoscia per la morte del figlio, non gli permise altro che svolpire su tutte le porte del tempio la storia di Minosse e della sua discendenza, creando una fantastica, mirabile oepra d' arte.
ma quando il povero pare giunse a scolpire l' episodio della sua fuga dal labirinto e la morte di Icaro, le mani gli tremarono di commozione, il bulino gli cadde a terra e l' opera rimase incompiuta.
2 commenti:
icaro era nu fessacchiotte e poco allenate pure!
BEL COGLIONEEEEE
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